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8 Giugno 2025 Pentecoste Omelia di don Angelo

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8 Giugno 2025 Pentecoste Omelia di don Angelo

“La risposta, amico, sta soffiando nel vento”.

Domenica di Pentecoste

8 giugno 2025

omelia di don Angelo

Pentecoste, si arriva e si riparte, una cosa e l’altra insieme, arrivo e partenza. Pentecoste non è  conclusione, è un risveglio, di tutti e di tutto, dell’universo. Bellissimo. Con Pietro e discepoli scendo gradini. Mi tocca il plurale: “scendiamo” gradini, giù dalla stanza al piano superiore, stanza all’improvviso spettinata da vento, che più non si può. E da dove il vento? E da dove questa luce come di fiamma sposata ai volti?

Mi tocca il plurale, scendiamo, ed è piazza, Pentecoste è il plurale e Luca si affanna a ricordare e a ridire nomi e nomi di popoli. Perchè lo Spirito li accarezza uno ad uno e ha passione di raduno.

Ed è come un modo colorito, bellissimo, di raccontare la nuova condizione dei credenti nel mondo, la nostra dunque – e non ne va rimpianta un’altra – è fatta di assenza e di presenza. E noi chiamati ad essere geniali. A custodire nella vita il paradosso: l’assenza di Gesù – “Io me ne vado” e la presenza del suo Spirito – “Rimane con voi” –. Dunque lo Spirito c’è e non si assenta, “rimane”. Mi colpisce come Gesù insista sul verbo”rimanere” e sul “per sempre”, una condizione senza scosse: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre…. egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani”.

Perché tanta insistenza? Forse perché noi le  cose che non vediamo con gli occhi a volte nemmeno le sospettiamo, come non esistessero o le dimentichiamo, gli occhi altrove. “Rimane presso di voi e sarà in voi”: ebbene vi chiedo una sosta, forse violo privatezza ma oso, vi chiedo una fessura di silenzio, eccola, e tutti a godere di questo Spirito che ci abita, immenso dono.

La Bibbia dà allo Spirito figura di vento, lo è pure nel nome. Pure Gesù. Ricordate la notte nella casa con Nicodemo.

“Come rendere comprensibile lo Spirito a chi non maneggia la Fede?” chiedeva lo scorso mese, in una sua intervista sul Corriere della sera, Carlo Baroni a Sabino Chialà, priore del monastero di Bose? “Lo Spirito” rispondeva ”non è prerogativa, o peggio, proprietà e possesso dei credenti. Sta anche fuori dalle sacrestie. Lo Spirito è potenza di vita. Si manifesta nei sentimenti, nell’amore che è il sentimento per eccellenza. Chi non l’ha mai provato? Supera la materialità, non lo vediamo. È il soffio come nella canzone di Bob Dylan».

E, a commento il giornalista: “Per spiegarci cos’è lo Spirito ci voleva un poeta. Un menestrello dell’anima come Bob Dylan. Capace di plasmare, di dare un nome a quello che non vediamo, eppure c’è. La risposta che cerchiamo «sta già soffiando nel vento», blowin’ in the wind. È un respiro. I cristiani lo chiamano Spirito Santo”. Ci allontaniamo così da una poco plausibile interpretazione del testo secondo la quale le domande serie  che investono la vita hanno destino di cadere nel vento, nel  vuoto. No, stanno soffiando: anche se non immediatamente visibili, esistono e saranno portate da un soffio di vento”.

Sarebbe raggelante se oggi lo Spirito fosse confinato in dotte disquisizioni teologiche ma derubato della linfa luminosa che lo abita, linfa di primavere per la chiesa e per l’umanità. Sarebbe una perdita grave, triste, inimmaginabile e forse non è così remota. Perdita in umanità perché  “lo Spirito” dice Sabino Chialà “interviene proprio nella quotidianità. Pensiamo ai profeti. Quel soffio che li ispira li fa latori di un ammonimento per i potenti e per il popolo. Non per un futuro che deve ancora venire, ma per l’oggi, per l’immediato. I profeti diventano paladini di richiesta di giustizia sociale, lo Spirito interviene e dà voce e forza ogniqualvolta si ledono i diritti, la dignità umana».

Lo Spirito tocca la terra. Diventa anima della terra. Basterebbe rileggere il racconto degli Atti: schiude porte, fa scendere gradini, fa stare senza separatezze nelle piazze, fa ascoltare e parlare, crea armonia di diversi.

Sentiamo di non poter fare a meno dello Spirito, non ci bastano promesse che rimangono promesse. Siamo in cerca di risposte che siano vere e, proprio perchè vere e sincere, consapevoli del limite che le segna. Lo Spirito ci porta lontano dagli imbonitori. dai persuasori occulti, da quelli che hanno la verità su tutto. Diciamo: “Vieni Santo Spirito, tu oggi sei vento per primavere”. In una società che si è fatta inquieta complessa, è’ di questo che abbiamo bisogno. Non pretendiamo né presumiamo di avere una risposta per tutto. ma preghiamo di essere nel vento, nella scia buona del vento.

“E’ con voi per sempre”: ci ha assicurato Gesù. E noi lo benediciamo per questo “per sempre”: sì, perché il mondo si muove, la storia si muove, la chiesa si muove e sarebbe di una ingenuità imperdonabile, a fronte di tempi nuovi, di stagioni e situazioni nuove, illuderci – e ci può accadere – di portare luce con risposte scontate, scolorite, mute, superate dai tempi. Ci colma di fiducia invece pensare che lo Spirito è un suggeritore  sempre e proprio dentro una società che cambia,  per rispondere alla novità della storia, o, forse meglio, per condurci verso risposte che oggi aprano orizzonti di senso e di umanità. Fuori dal pericolo di vecchie risposte che non fanno ardere il cuore a nessuno. Mentre è sempre più ora che sulle strade qualcuno ci faccia ardere il cuore. E ci desti.

Un bisogno ci sta attraversando di essere destati, destati a qualcosa di nuovo. Chi tra ha uno sguardo più lucido, chi soprattutto vive da più vicino le tragedie dei nostri  giorni ci va ripetendo che non è più l’ora dei ritocchi, è l’ora di un modo nuovo di sentire, di immaginare, di creare; urge l’ora di risvegliarsi, di ricordare le parole e i gesti di Gesù. di farne l’orizzonte e di ripartire. E’ l’opera segreta dello Spirito in noi: liberarci dalle strettoie dei pensieri corti e meschini e spingerci come vento su piste nuove di senso e di terrra.

“Bisogna trovare” – scriveva Dietrich Bonhoeffer – “in mezzo a piccoli pensieri che ci danno fastidio la strada dei grandi pensieri che ci danno forza”

“La risposta, amico, sta soffiando nel vento”.

LETTURA At 2, 1-11

Lettura degli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, i discepoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

SALMO Sal 103 (104)

Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra.

Benedici il Signore, anima mia!

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!

Quante sono le tue opere, Signore!

La terra è piena delle tue creature. R

Togli loro il respiro: muoiono,

e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra. R

Sia per sempre la gloria del Signore;

gioisca il Signore delle sue opere.

A lui sia gradito il mio canto,

io gioirò nel Signore. R

EPISTOLA 1Cor 12, 1-11

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

VANGELO Gv 14, 15-20

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».

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