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2025-05-4 3a Domenica di Pasqua Omelia di don Angelo

ArteMusicaPoesia

2025-05-4 3a Domenica di Pasqua Omelia di don Angelo

Acqua che diventa luce per occhi

Terza domenica di Pasqua

4 maggio 2025

omelia di don Angelo

Il pericolo è, ancora una volta, quello di leggere queste parole di Gesù come fossero una dissertazione in un’aria immobile, l’aria immobile del tempio. Ma che aria si muoveva dentro e fuori il tempio? E, se non è azzardo e indelicatezza, nel cuore di Gesù? Da dove veniva?

E allora permettete che sfiori passaggi del capitolo precedente che non compare quasi mai, o solo di sfuggita, nei nostri lezionari. Gesù arriva a Gerusalemme per la festa delle Capanne, è nel tempio. Ma la sua non era stata una scelta facile. “Gesù” è scritto “se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo”. A pressarlo perché andasse in Giudea erano i suoi fratelli: Gerusalemme, la ribalta dalla quale finalmente imporsi all’attenzione di tutti. E ancora è scritto: “Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. Gesù allora disse loro: “Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto”. Dopo aver detto queste cose, restò nella Galilea. Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto”. A metà della settimana lo troviamo a tutto proscenio nel tempio.

Era un fuori e dentro di pensieri, anche per Gesù  – e non mi sembra irriverente dirlo – : fai una scelta, poi ci ripensi. Forse dovremmo diffidare di quelli per i quali tutto è sempre chiaro e la loro è sempre la scelta giusta.

In città c’erano consensi e dissensi; la sua fama lo aveva preceduto, creava spaesamento, gente attratta, altra sbigottita: “Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?”. Cautela fra la gente nel parlane, per non finire denunciati; capi che mandano soldati a catturarlo e soldati che ritornano dicendo che nessuno aveva mai parlato come lui.

E Gesù è come se sentisse che è arrivato il tempo di esporsi, si espone. E sa che cosa vuol dire per lui esporsi: portare nel tempio quella parola libera e liberante, che aveva affascinato gente comune per le strade, ma aveva colore di rivoluzione agli occhi di capi dei sacerdoti e farisei, che in lui avevano individuato il pericolo numero uno.

Pensate è l’ultimo giorno, il grande giorno della festa, e Gesù, ritto in piedi, grida, “grida” è scritto: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”. Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui”.

Subito dopo – è il brano d’oggi – agli scribi e ai farisei  dice: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

Poteva esporsi come Messia, gridando però che non era nella modalità rincorsa da loro; non nelle modalità del potere, ma nel segno dell’acqua, della luce. Nell’aria immobile pesante prepotente del tempio – che può sempre riaccadere – sgusciano queste due parole assolute, acqua e luce, che non fanno rima con le codificazioni, ma con la vita,  perché io ho bisogno di acqua, ho bisogno di luce, acqua per terra che è in vista di aridità, luce in pericolo di occhi spenti o affaticati. Acqua di sorgente, Gesù. Che diventa luce per gli occhi. Ancora mi bussa il ricordo di donne e uomini che nelle nostre campagne, in tempi ormai lontani, fuori dalla veglia pasquale, nella notte andavano a bagnarsi gli occhi ad acqua di sorgente.

E’ acqua oggi, è luce oggi, Gesù. Le parole, i gesti, la presenza di Gesù sono potenza di vita, fanno germogliare vita buona, sana, generosa, libera. E’ la vera forza, nella nostra vita concreta fatta di case, di strade, di impegni, di accadimenti, di sorrisi e di pianto, di contraddizioni e accensioni. Il Vangelo, potenza di vita”, dice Paolo.

Ma ci crediamo? In questi giorni da più parti si sta discutendo sul futuro della chiesa. Che cosa intendiamo quando parliamo di presenza ed efficacia della chiesa nel mondo? E’ viva, viva del suo Signore, quando ha potere, quando può mettere tutti in fila, quando può pilotare le coscienze, quando può avere l’appoggio di quelli che contano? O la sua forza è Gesù, e la sua gioia scoprire che, quando si abbandonano incrostazioni e pesantezze, quando si liberano l’acqua e la luce, si sgranano gli occhi di chi è in sete di acqua e di luce, di vangelo?

Perdonate, sento un eccesso di frastuono, di chiacchiere, di illazioni in questi giorni di vigilia di un conclave, a volte un rimbombare vuoto.

La chiesa? Sento battere il cuore nella lettera che Paolo scrive ai cristiani di Roma, esiguo il numero, la comunità non è stata fondata da lui, ma Paolo sente affetto: “Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io…. sono quindi pronto, per quanto sta in me, ad annunciare il Vangelo anche a voi che siete a Roma. Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”.

Capite, potenza è il vangelo. Ma ci crediamo?

E affiora la sinodalità, insegnamento prezioso, quasi un lascito di Papa Francesco, “camminare insieme”; sinodalità, quasi scritta a caratteri pieni sulle pareti della casa romana dove Paolo è ai domiciliari: desidera incontrare i cristiani di Roma per fortificarli, “o meglio” – dice ed è bellissimo  – “o meglio per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io”. Voi e io!

Forse anche a voi è rimasto negli occhi Paolo, che giunge a Roma due anni dopo: è in una casa agli arresti domiciliari. Per lui una grazia, perché nella casa, se pur vegliata da soldato, può ricevere  chiunque bussa e lui può parlare dell’evangelo, la buona notizia che è Gesù. Tutto è occasione per acqua e luce. Ritornano le parole : “Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”.

Letture

LETTURA At 28, 16-28

Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia. Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d’Israele che io sono legato da questa catena ». Essi gli risposero: «Noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera sul tuo conto dalla Giudea né alcuno dei fratelli è venuto a riferire o a parlar male di te. Ci sembra bene tuttavia ascoltare da te quello che pensi: di questa setta infatti sappiamo che ovunque essa trova opposizione». E, avendo fissato con lui un giorno, molti vennero da lui, nel suo alloggio. Dal mattino alla sera egli esponeva loro il regno di Dio, dando testimonianza, e cercava di convincerli riguardo a Gesù, partendo dalla legge di Mosè e dai Profeti. Alcuni erano persuasi delle cose che venivano dette, altri invece non credevano. Essendo in disaccordo fra di loro, se ne andavano via, mentre Paolo diceva quest’unica parola: «Ha detto bene lo Spirito Santo, per mezzo del profeta Isaia, ai vostri padri: “Va’ da questo popolo e di’: Udrete, sì, ma non comprenderete; guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca!”. Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio fu inviata alle nazioni, ed esse ascolteranno!».

Commento al filmato:Paolo è a Roma, come si direbbe oggi, “in domicilio coatto”, ma non può smettere di annunciare il Vangelo, e lo fa a suo modo convocando i capi dei Giudei e rifacendosi al comando del profeta Isaia, raccontato dallo scintillante caleidoscopio di armonie dello spettacolare “Largo – Allegro molto”del “Concerto per la solennità di S. Lorenzo” di Vivaldi:

Va’ da questo popolo e di’: Udrete, sì, ma non comprenderete; guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,sono diventati duri di orecchie hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca!

SALMO Sal 96 (97)

Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Signore regna: esulti la terra,

gioiscano le isole tutte.

Giustizia e diritto sostengono il suo trono. R

Annunciano i cieli la sua giustizia,

e tutti i popoli vedono la sua gloria.

A lui si prostrino tutti gli dèi! R

Tu, Signore,

sei l’Altissimo su tutta la terra,

eccelso su tutti gli dèi. R

Commento al filmato:è di una bellezza spettacolare questo “Allegro non Molto”del Concerto in Mi di Vivaldi – le note gioiose, esultanti, del Violino solista accompagnate dagli accordi veementi dell’Orchestra, cantano con armonie sontuose, spumeggianti, la Gloria del Signore:

Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

EPISTOLA Rm 1, 1-16b

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché della vostra fede si parla nel mondo intero. Mi è testimone Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, come io continuamente faccia memoria di voi, chiedendo sempre nelle mie preghiere che, in qualche modo, un giorno, per volontà di Dio, io abbia l’opportunità di venire da voi. Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. Non voglio che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi – ma finora ne sono stato impedito – per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra le altre nazioni. Sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti: sono quindi pronto, per quanto sta in me, ad annunciare il Vangelo anche a voi che siete a Roma. Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.

Commento al filmato:le note del Pianoforte dello spettacolare “Andante – Allegro – Andante”dalla“Ballata” da “Voci dei Popoli in Canzoni” di Brahms, cantano con toni ora misteriosi, ora esultanti, cantano il Desiderio di Paolo di predicare a Roma:

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore;

VANGELO Gv 8, 12-19

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù parlò agli scribi e ai farisei e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».

 

Commento al filmato: le note possenti, solenni, dell’Organo nella stupenda “Fuga”in Mi b di Bach, danno uno straordinario splendore all’annuncio di Gesù, offuscando del tutto l’asprezza del contrasto con i giudei («Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera»):

«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita»

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