17 Marzo 2024 5a Domenica di Quaresima (ambr. b)
V DI QUARESIMA Domenica di Lazzaro
Anno B Rito Ambrosiano
Il Signore fece uscire il suo popolo fra canti di gioia
Introduzione
«Io sono la risurrezione e la vita […]; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno»: è la Parola del Signore che illumina la liturgia di questa V Domenica di Quaresima. Il segno della risurrezione di Lazzaro diventa per noi annuncio della Pasqua di Gesù, che libera dal peccato e dalla morte. Chiamati a celebrare i benefici del Signore, che sempre accompagna e guida la storia del suo popolo, chiediamo di essere purificati da ogni colpa per camminare «verso la novità della vita eterna». Rinnovati dal dono di grazia del Signore, ci disponiamo alla celebrazione della sua Pasqua e viviamo nella certezza della sua promessa di salvezza: «Il Sigmore mi ha detto: “Tu mi aprirai la porta del tuo cuore e a tu per tu noi ceneremo insieme”. Ti ringrazio e ti lodo, mio Dio, per avermi chiamato, Maestro, luce del mio cuore».
LITURGIA VIGILIARE VESPERTINA
LETTURA VIGILIARE Mt 12, 38-40
Lettura del Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo. Alcuni scribi e farisei dissero al Signore Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce,così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra».
Lode e onore a te, Cristo Signore, nei secoli dei secoli.
Amen.
Commento al filmato: le note solenni del Violino e del Violoncello nello splendido “Preludio Grave”della Sonata in Re Magg di Vivaldi, cantano con toni maestosi l’annuncio del “Segno di Giona” dato da Gesù agli Scribi e Farisei
“generazione malvagia e adultera”: «Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra».
MESSA NEL GIORNO RITI DI INTRODUZIONE
ALL’INGRESSO Cfr Gen 9, 15
Ricordati, Signore, del tuo patto perché la terra non sia desolata. Ascolta, Signore, la voce dei tuoi servi e non lasciarci perire.
ATTO PENITENZIALE
Carissimi, con speranza e fiducia, accostiamoci al Signore ed esprimiamo il nostro pentimento, per essere resi partecipi del suo dono d’amore e della sua salvezza che non delude.
Tu che hai liberato il tuo popolo e lo fai partecipe della tua promessa:Kyrie, eléison.
Tu che sei la risurrezione e la vita di quanti credono in te:Kyrie, eléison.
Tu che ci sottoponi al giudizio della tua croce:Kyrie, eléison.
Dio onnipotente abbia misericordia di noi perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
Amen.
Commento al filmato:le note “sognanti”, dolenti del Pianoforte in questa “Rèverie” da “Kinderszenen” di Schumann, cantano con grande intensità l’Atto Penitenziale di questa Liturgia:
«Carissimi, con speranza e fiducia, accostiamoci al Signore ed esprimiamo il nostro pentimento, per essere resi partecipi del suo dono d’amore e della sua salvezza che non delude.»
ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA
Preghiamo.
Togli dalla tua Chiesa, o Dio santo e forte, ogni ingiusto desiderio terreno e infondi in lei con generosa larghezza il presagio della risurrezione perché non prevalga l’autore di ogni rovina, ma vinca il Redentore; e così, liberata da ogni condizionamento colpevole, avanzi per tua grazia verso la novità della vita eterna. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
LETTURA Dt 6, 4a. 20-25
Quando tuo figlio ti domanderà, risponderai: eravamo schiavi del faraone e il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente.
Lettura del libro del Deuteronomio.
In quei giorni. Mosè disse: «Ascolta, Israele: Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: “Che cosa significano queste istruzioni, queste leggi e queste norme che il Signore, nostro Dio, vi ha dato?”, tu risponderai a tuo figlio: “Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente. Il Signore operò sotto i nostri occhi segni e prodigi grandi e terribili contro l’Egitto, contro il faraone e contro tutta la sua casa. Ci fece uscire di là per condurci nella terra che aveva giurato ai nostri padri di darci. Allora il Signore ci ordinò di mettere in pratica tutte queste leggi, temendo il Signore, nostro Dio, così da essere sempre felici ed essere conservati in vita, come appunto siamo oggi. La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti questi comandi, davanti al Signore, nostro Dio, come ci ha ordinato”».
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio
Commento al filmato: nella splendida Sonata in Mi magg di Domenico Scarlatti, le note ritmate, solenni del Clavicembalo cantano con toni maestosi le esortazioni di Mosè al Popolo di Israele a seguire fedelmente la Legge impressa sulle Tavole dal Signore Dio:
«La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti questi comandi, davanti al Signore, nostro Dio, come ci ha ordinato”».
SALMO Sal 104 (105)
Il Signore fece uscire il suo popolo fra canti di gioia.
A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. R.
Israele venne in Egitto, Giacobbe emigrò nel paese di Cam. Ma Dio rese molto fecondo il suo popolo, lo rese più forte dei suoi oppressori. R.
Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza, i suoi eletti con canti di gioia, perché osservassero i suoi decreti e custodissero le sue leggi. R.
Commento al filmato: è emozionante la gioia che trasmette l‘Allegro del Concerto da “l’Estro Armonico di Vivaldi, le sue Armonie esultanti, cantano con il salmista:
«Il Signore fece uscire il suo popolo fra canti di gioia.»
EPISTOLA Ef 5, 15-20
Inneggiate al Signore, rendendo continuamente grazie.
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.
Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio
Commento al filmato: le note splendenti della Tromba nel solenne “Allegro”del Concerto in Sol min di Vivaldi, cantano con toni maestosi le raccomandazioni di san Paolo agli Efesini:
«siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.»
CANTO AL VANGELO Cfr Gv 8, 12
Onore e gloria a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore; chi crede in me non morirà in eterno.
Onore e gloria a te, Signore Gesù!
VANGELO Gv 11, 1-53
La risurrezione di Lazzaro.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni.
Gloria a te, o Signore
In quel tempo. Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Parola del Signore.
Lode a te, o Cristo
Commento al filmato: l’Organo della “Toccata” “Tre Versi” in Sol min di Domenico Zipoli, canta con note solenni, maestose il momento in cui Gesù sembra disinteressarsi alla morte del suo amico, me si tratta di tenerezza verso i discepoli perché credano in lui:
«Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!».
nell’Andantino con Espressione della Sonata in Re Magg di Mozart, il Pianoforte canta con note dolcissime, struggenti, l’intimo dialogo di Gesù con Marta:
«Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
l’Organo della “Chacone” in Sol min di Couperin, racconta con note possenti altamente drammatiche, il momento della risurrezione di Lazzaro: «Lazzaro, vieni fuori!» – l’Organo de “La Resurrezione – Victimae Paschali laudes” di Bach, racconta con grande solennità la profezia del Sommo Sacerdote Caifa che decreta l’uccisione di Gesù:
«Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!».
DOPO IL VANGELO Cfr Gdt 9, 2. 17
Difensore dei deboli, protettore dei disprezzati, salvezza di chi non ha altra speranza, Dio dei nostri padri e di Israele tua eredità, Signore dei cieli e della terra, creatore delle acque, sovrano di tutto il creato, ascolta le nostre preghiere.
PREGHIERA UNIVERSALE
Fratelli e sorelle, al Signore che libera e salva, eleviamo fiduciosi le nostre umili suppliche, perché in Cristo, nostra vita e risurrezione, ci doni di aver parte alla vita eterna.
Rianima, o Dio, i nostri cuori!
Per la Chiesa, perché conducendo a Cristo quanti si sentono abbandonati e oppressi, infonda nei cuori nuova gioia e speranza: preghiamo. R.
Per i fratelli che vivono nella prova, nella sofferenza e nella solitudine, perché siano raggiunti e santificati dal tuo amore: preghiamo. R.
Per tutti noi, perché, riconoscendo la tua opera, sappiamo «rendere continuamente grazie» per il tuo dono di salvezza: preghiamo. R.
A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA
Conserva nel tuo amore questo popolo, o Padre e confortalo in ogni necessità con le tue grazie, così che sempre ti manifesti la sua riconoscenza. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
LITURGIA EUCARISTICA
PROFESSIONE DI FEDE
Nel cammino quaresimale siamo chiamati a riscoprire la fonte della nostra vita cristiana: proclamiamo ora il Simbolo degli Apostoli, sintesi della fede che ci è stata trasmessa il giorno del nostro Battesimo.
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio; nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
SUI DONI
O Dio, l’efficacia di questa offerta ci purifichi dal contagio di ciò che è vecchio e caduco e stimoli in noi la crescita della vita eterna. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta renderti grazie, Padre santo, Dio di infinita misericordia.
Gesù, tuo Figlio e redentore nostro, tra i molti prodigi, manifestò sulla terra la gloria della sua divinità, quando con la forza del suo ineffabile amore liberò dai legami di morte Lazzaro, già da quattro giorni cadavere. Grande è il mistero di salvezza che in questa risurrezione si raffigura: quel corpo, ormai in preda al disfacimento, d’un tratto risorse per comando dell’eterno Signore; così la grazia divina del Cristo libera noi tutti, sepolti nella colpa del primo uomo, e ci rende alla vita e alla gioia senza fine.
Con questa certezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo l’inno della tua lode:
Santo, Santo, Santo…
ANAMNESI
Mistero della fede.
Tu ci hai redento con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo
ALLO SPEZZARE DEL PANE Cfr Ap 3, 20
Il Signore mi ha detto: «Tu mi aprirai la porta del tuo cuore e a tu per tu noi ceneremo insieme». Ti ringrazio e ti lodo, mio Dio, per avermi chiamato,
Maestro, luce del mio cuore.
ALLA COMUNIONE Cfr Sal 102 (103), 1. 4-5; Rm 8, 82; Gv 11, 25
Anima mia, benedici il Signore che ti corona di misericordia e in Cristo tutto ti ha donato. Anima mia, benedici il Signore che ricolma di beni la tua vita. Cristo è la grazia, Cristo è la vita, Cristo è la risurrezione.
DOPO LA COMUNIONE
Preghiamo.
O Dio vivo e santo, questo sacramento pasquale, che ci è dato per liberarci dalla schiavitù della colpa, purifichi i nostri cuori e, a immagine della risurrezione, ci riscatti da ogni antica decadenza. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
RITI DI CONCLUSIONE
Il Signore sia con voi.
E con il tuo Spirito. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.
Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e
Spirito Santo. Amen.
A Gesù Crocifisso – Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che alla santissima Tua presenza prostrato, Ti prego, col fervore più vivo, di stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, e di proponimento di non più offenderti; mentre io con tutto l’amore e con tutta la compassione vado considerando le Tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di Te, o mio Gesù, il santo profeta Davide: «Hanno forato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa.» (Salmo 21,17)