26 Ottobre 2025 1a Domenica dopo la Dedicazione Omelia di don Angelo
Tenere acceso il fuoco e raccontare
Domenica dopo la Dedicazione
26 Ottobre 2025
omelia di don Angelo
Erano sul monte per un appuntamento, erano undici; e da quel monte, monte di Galilea, ebbe inizio un andare per il mondo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli”. Andare, passi. Così si chiude, o, se volete, cosi si apre il vangelo di Matteo. Andate. Passi.
Ma lasciate che io vi ricordi che i primi passi per il vangelo, per la notizia buona del Risorto, in verità non furono quelli degli undici, ma furono giorni prima, di mattino, in un’alba, passi di donne. Gli undici, a dire il vero, erano sul monte per un appuntamento per voce di donne: erano Maria di Magdala e l’altra Maria, se stiamo al vangelo di Matteo. Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”.”Andate”: l primi passi furono di donne, poi fu un inarrestabile andare. In verità lo si sente poco dire – quasi mai – che prime missionarie furono le donne e primi evangelizzati gli apostoli. Ed è come allargare l’orizzonte per quanto riguarda la missione e a chi spetta: donne, seguivano Gesù. Non portavano di certo abiti per distinguersi né venivano da corsi accelerati di scienze religiose; abito la loro femminilità, con il cuore gonfio, quello sì, di passione per il Rabbi di Nazaret e non senza le loro paure.
E che per raccontare di Gesù non occorrano uomini o donne che siano monumenti di perfezione ce lo ricorda Matteo, che, parlando degli undici del monte – undici, pensate! – non teme di annotare – cosa da far trascolorare – la fragilità della loro fede: “Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono”.
Vedete ci siamo tutti in quell’invito ad andare. Ognuno a modo suo, con il suo modo di essere, senza la presunzione – già ne mettevamo in guardia – di essere noi oggi in qualche misura i sostituti di Gesù, di uno che non è presente, non c’è, è morto. Folgorante la chiusa del vangelo di Matteo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Raccontiamo di uno che non è nella tomba. Che è oggi nel mondo. Respiriamo presenza.
Parlando di Mosè e di chi legge le sue parole, i rabbini amavano dire che se, giunto alla fine del libro, tu per sete ritorni alla prima pagina, segno è che Mosè non è chiuso in una tomba, non è ancora morto, ma è vivo.
Evangelizzare è raccontare il vivente, le sorprese del vivente, non la noia, non una spenta ordinarietà, non una fede ingessata, non formule ripetute allo sfinimento, la sorpresa.
Oggi nel libro degli Atti si fa riferimento alla chiesa di Antiochia e voi mi perdonerete se, evadendo dal brano, mi lascio ancora una volta accendere dal suo nome, perchè nella storia delle sue origini mi sembra scritto qualcosa di importante e affascinante per la missione che Gesù affida ad ognuno di noi, nei nostri giorni. Già lo ricordavamo; e voi mi perdonerete se oso ripetermi per troppa bellezza.
Da dove nasce la chiesa di Antiochia? Nasce dalla dispersione. Perché – dobbiamo dirlo – dai lamenti non nasce mai niente di buono e di bello. Cacciati da Gerusalemme, uomini e donne comuni giungono ad Antiochia, donne e uomini senza ruoli di autorità, cittadini, semplicemente cittadini, cominciano a parlare , a raccontare. Di Gesù. Di lui, perché lui è la notizia buona. Fuori dai recinti istituzionali, nella passione del racconto.
E quella comunità diventa il segno della potenza di Dio, della universalità della salvezza, che fiorisce in un ambiente nuovo, ricco di una pluralità di provenienze e di appartenenze. Una missione avvenuta senza investiture o protocolli, nella fiducia dello Spirito.
Ad Antiochia si guadarono intorno e trovarono strade nuove, percorsi inediti. Cosi oggi a noi tocca guardarci intorno con amorevolezza e chiedere allo Spirito che ci suggerisca strade nuove, percorsi inediti. Non possiamo fare come se nulla fosse, come se il mondo non fosse cambiato anche nell’orizzonte della fede, come se le chiese fossero ancora frequentate, come se il vangelo fosse l’orizzonte di una società.
Forse è tempo che ritorniamo alle origini, quando con spontaneità si raccontava: il racconto non ha bisogno di un tempo, né di formulazioni clericali, né di autorizzazioni dall’alto; gli basta l’aria di una casa, di una strada, di un dovunque e la sete di dirsi; il racconto fuori, con la passione per il mondo, che Gesù tanto ha amato e per il quale ha dato la vita, contro il pregiudizio dell’assenza di Dio, dell’onnipotenza del male, di un destino di morte. Discepoli del Vivente: camminano, raccontano, si sostengono e sostengono; in ritagli di tempo sostano a una voce che dentro di loro sussurra e non è illusione: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. La parola sommessa allontana scoramento, sfiducia, strategie di potere: “Io sono con voi… sono con voi tutti i giorni”.
A noi tocca tenere acceso il fuoco, vi lascio con questa fascinosa immagine del card. Martini, quella del fuoco degli scout. Quel giorno, parlando ai parroci di prima nomina disse: “ . “Porto nei consigli pastorali l’immagine del fuoco, acceso dagli scout nella notte, ai margini del bosco, alcuni di loro si lasciano arrostire, buttano la legna sul fuoco, lo attizzano; altri si avvicinano per scaldarsi; altri ancora stanno lontano, hanno paura di avvicinarsi, però sono attratti. È molto importante che questo fuoco ci sia, perché oggi o domani si accosteranno tutti e alla fine aiuteranno a mettere la legna. Il Signore vuole la salvezza di tutti, la comunità opera anche a favore di chi vaga nel bosco e di chi è un po’ fuori, ai margini”.
Tenere acceso il fuoco e raccontare.
Letture
LETTURA At 13, 1-5a
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono. Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.
Commento al filmato: è di una straordinaria bellezza che viene dall’infinito questo “Allegro molto moderato – Allegro molto”del Concerto in Si min “Conca” di Vivaldi – le note misteriose, dell’Orchestra raccontano con armonie emozionanti, l’arcano intervento dello Spirito Santo nei primi passi della evangelizzazione di San Paolo:
Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
SALMO Sal 95 (96)
Annunciate a tutti i popoli le opere di Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. R
Commento al filmato: il Salmo (95/96) del Responsoriale: «Annunciate a tutti i popoli le opere di Dio» è cantato, dalle note esultanti del Corno in dialogo con l’Orchestra del Concerto in Re Magg di Mozart; le armonie affascinanti di questo tempo “Allegro” illuminano una straordinaria lucele parole gioiose del Salmista:
«Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie.»
EPISTOLA Rm 15, 15-20
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui.
Commento al filmato: è un dialogo di impressionante, impetuosa bellezza quello delle quattro Ghitarre, e del Violoncello con l’Orchestra nell’Allegro” del Concerto in Si min di Vivaldi, è un racconto entusiasmante dell’annuncio di San Paolo ai Romani; pur con la leggerezza del suono delle Ghitarre, ne viene un impatto emotivo potente:
Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito.
VANGELO Mt 28, 16-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che il Signore Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Commento al filmato:è di una spettacolare bellezza questo “Allegro” del Concerto in Sol di Vivaldi, le note veementi dell’Orchestra, cantano con toni appassionati l’ultima manifestazione di Gesù Risorto ai discepoli e il Suo mandato ad evangelizzare il mondo, con la promessa della Sua costante presenza con loro:
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».