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5 Febbraio 2023 5a Domenica dopo l’Epifania (ambr. a)

ArteMusicaPoesia

5 Febbraio 2023 5a Domenica dopo l’Epifania (ambr. a)

A. di Bartolo – Gioachino e Anna

A. Di Bartolo – Gioachino e Anna

V DOMENICA DOPO L’EPIFANIA Anno A

Rito Ambrosiano

Giornata Diocesana della Solidarietà

Esultate, o giusti, nel Signore

Introduzione

La gioia del nascere e l’angoscia del morire sono come le due sponde tra le quali scorre il fiume delle molte domande di senso che ciascuno di noi si pone sul mistero del vivere. Primo luogo dell’accoglienza del dono della vita e della risposta al suo mistero sono le nostre famiglie, in cui i genitori si spendono amandosi e amando i loro figli. È necessario tuttavia che anche nella società molti dedichino tempo e intelligenza per allargare gli orizzonti della dignità umana impegnandosi costantemente per offrirla a tutti, soprattutto ai più piccoli, come dono indisponibile al potere. Tra la gioia del nascere e l’angoscia del morire c’è la forza di amare, premura per la vita, grazia di esistere nella pienezza della nostra umanità. Incoraggiamoci oggi ad attraversare ogni istante dell’esistenza con la forza che Gesù manifesta affermando: «Tuo figlio vive». Non è solo speranza di vita buona, ma anche di vita divina, certezza di una vita che passa nella carne ed è eterna in ogni persona a partire dai più piccoli.

LITURGIA VIGILIARE VESPERTINA

VANGELO DELLA RISURREZIONE Gv 20, 1-8

Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Giovanni.

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Cristo Signore è risorto!

Rendiamo grazie a Dio!

Commento al filmato:sono di una bellezza spettacolare, drammatica, le armonie generate dall’Organo, dai Timpani e dall’Orchestra nel tempo “Allegro, Molto Agitato” del Concerto per Organo e Orchestra di Francis Poulenc, raccontano con una luce sfolgorante la concitazione della corsa di Maria per comunicare agli apostoli aver trovato le tomba vuota, e poi, quella di Pietro e Giovanni al sepolcro; le ultime note si chiudono, dolcissime, sull’immagine di Giovanni che, entrato nella tomba dopo Pietro, “vide e credette”

MESSA NEL GIORNO RITI DI INTRODUZIONE

ALL’INGRESSO

Sal 118 (119), 73. 174

Le tue mani, Signore, mi hanno plasmato; 

dammi forza di intendere i tuoi precetti. 

Anelo alla salvezza che viene da te 

e medito la tua legge.

 

ATTO PENITENZIALE

Fratelli Il Signore Gesù ci invita a scoprire la ricchezza dei suoi do­ni; mentre lo ringraziamo, ci sentiamo chiamati alla riconcilia­zione per le difficoltà e la diffidenza che viviamo nei confronti del prossimo.

(pausa di silenzio)

Tu, Figlio di Dio, che sei venuto a prenderti cura dell’uomo peccatore: Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. 

Tu, Figlio unigenito del Padre, che ci mostri la via della misericordia: Kyrie, eléison.           Kyrie, eléison. 

Tu, Figlio dell’uomo, che per mezzo dello Spirito rinnovi i cuori dei credenti: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison. 

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Amen.

Commento al filmato: la Liturgia di questa Domenica, si apre con una supplica tratta dal salmo 119/118, a cui segue l’Atto Penitenziale, la Tromba del dolcissimo “Andante Cantabile” nel Concerto in Si b Magg di Haydn, canta, è il caso di dirlo, con le sue note struggenti:

Le tue mani, Signore, mi hanno plasmato; dammi forza di intendere i tuoi precetti. Anelo alla salvezza che viene da te e medito la tua legge.

GLORIA

Gloria a Dio, nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre; tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo; nella gloria di Dio Padre. Amen.

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA

Preghiamo.

Custodisci la tua famiglia, o Dio, con la fedeltà del tuo amore; e sostieni sempre la fragilità della nostra esistenza con la tua grazia, unico fondamento della nostra speranza. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

LETTURA

Is 66, 18b-22

Tutti i popoli verranno e vedranno la mia gloria.

Lettura del profeta Isaia.

Così dice il Signore Dio: «Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore. Anche tra loro mi prenderò sacerdoti leviti, dice il Signore. Sì, come i nuovi cieli e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a me – oracolo del Signore –, così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome».

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

Commento al filmato: l’incredibile solennità della spettacolare “kleine Präludien & Fugen” di Bach ci riempie di emozioni nel racconto della profezia di Isaia; le note maestose, veementi dell’Organo cantano, e noi con loro, 

« Sì, come i nuovi cieli e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a me – oracolo del Signore –, così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome».

SALMO 

Sal 32 (33)

Esultate, o giusti, nel Signore.

Tema il Signore tutta la terra,

tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,

perché egli parlò e tutto fu creato,

comandò e tutto fu compiuto. R.

Il Signore annulla i disegni delle nazioni,

rende vani i progetti dei popoli.

Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,

i progetti del suo cuore per tutte le generazioni. R.

Il Signore guarda dal cielo:

egli vede tutti gli uomini;

dal trono dove siede

scruta tutti gli abitanti della terra,

lui, che di ognuno ha plasmato il cuore

e ne comprende tutte le opere. R.

Commento al filmato:è di una bellezza spettacolare, avvincente, questo “Allegro” della Sonata in La min di César Franck, il Salmo 32 – riprodotto interamente nel filmato – ne viene illuminato di luce sfolgorante, Pianoforte e Violino si infiammano in un dialogo appassionato, struggente, emozionante per cantare:

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

EPISTOLA

Rm 4, 13-17

La promessa ad Abramo in virtù della fede.

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani.

Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Se dunque diventassero eredi coloro che provengono dalla Legge, sarebbe resa vana la fede e inefficace la promessa. La Legge infatti provoca l’ira; al contrario, dove non c’è Legge, non c’è nemmeno trasgressione. Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli– davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

Commento al filmato: sono uno splendore di bellezza le note ritmate, appassionate della splendida “Gavotta”dalla Sonata in Ré min di Domenico Scarlatti, vi leggiamo tutto l’Amore e tutta la tenerezza di San Paolo in questo suo annuncio rivolto ai cristiani di Roma:

Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Se dunque diventassero eredi coloro che provengono dalla Legge, sarebbe resa vana la fede e inefficace la promessa.

CANTO AL VANGELO

Gv 3, 35-36

Alleluia.

Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna.

Alleluia.

VANGELO

Gv 4, 46-54

La signoria di Cristo sulla vita: il secondo segno a Cana per il figlio del funzionario.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo. Il Signore Gesù andò di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo

Commento al filmato: sono palpiti d’Amore, sono melodie ineffabili quelle del radioso “Andante”del Concerto in La Magg di Vivaldi; le note dolcissime, palpitanti del Violino solista cantano l’Amore e la tenerezza di Gesù che non può resistere alla manifestazione di fede del funzionario e lo congeda con l’annuncio di guarigione del bambino:

Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.

 

 

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