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Anno C – 3 Aprile 2022 – Liturgie di rito Ambrosiano e Romano 5a di Quaresima

ArteMusicaPoesia

Anno C – 3 Aprile 2022 – Liturgie di rito Ambrosiano e Romano 5a di Quaresima

06 – 5a Domenica di Avvento – rito Ambrosiano c

DOMENICA DI LAZZARO

Anno C – V di Quaresima Rito Ambrosiano

Lodate il Signore, invocate il suo nome

Introduzione

«Grande è il mistero di salvezza» raffigurato nella risurrezione di Lazzaro: essa è prefigurazione della vittoria pasquale di Gesù. La liturgia odierna ci chiede di verificare la nostra fede nella risurrezione del Signore, quale segno del suo amore che condivide le nostre sofferenze e non ci abbandona mai.

LITURGIA VIGILIARE VESPERTINA

LETTURA VIGILIARE(Mt 12, 38-40)

Lettura del Vangelo secondo Matteo.

In quel tempo. Alcuni scribi e farisei dissero al Signore Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce,così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra».

Lode e onore a te, Cristo Signore, nei secoli dei secoli.

Amen. 

Commento al filmato:le note solenni del Violino e del Violoncello nello splendido “Preludio Grave” della Sonata in Re Magg di Vivaldi, cantano con toni maestosi l’annuncio del “Segno di Giona” dato da Gesù agli Scribi e Farisei “generazione malvagia e adultera”:

«Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra».

MESSA NEL GIORNO

RITI DI INTRRODUZIONE

ALL’INGRESSO

Cfr  Gen 9, 15

Ricòrdati, Signore, del tuo patto perché la terra non sia desolata. Ascolta, Signore, la voce dei tuoi servi e non lasciarci perire. 

ATTO PENITENZIALE

Carissimi, il Signore Gesù ci invita rinnovare la nostra fede per essere partecipi della sua stessa vita: con fiducia, disponiamoci al pentimento e, per essere meno indegni di accostarci alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, riconosciamo ci pec­catori.

Tu che hai liberato il tuo popolo e lo hai reso partecipe della tua promessa:

Kyrie, eléison. 

Tu che hai dato la tua vita per noi:

Kyrie, eléison. 

Tu che sei la Risurrezione e la Vita di quanti credono in te:

Kyrie, eléison. 

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Amen.

Commento al filmato:è stupefacente, emozionante, la bellezza di questo “Preludio-Largo” della Sonata in Mi b Magg di Vivaldi, il Violino, il Violoncello e il Clavicembalo si integrano mirabilmente in un canto supplice:

«Carissimi, il Signore Gesù ci invita rinnovare la nostra fede per essere partecipi della sua stessa vita: con fiducia, disponiamoci al pentimento e, per essere meno indegni di accostarci alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, riconosciamo ci pec­catori»

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA

Preghiamo

Togli dalla tua Chiesa, o Dio santo e forte, ogni ingiusto desiderio terreno e infondi in  lei con generosa larghezza il presagio della risurrezione perché non prevalga l’autore di ogni rovina, ma vinca il Redentore; e così, liberata da ogni condizionamento colpevole, avanzi per tua grazia verso la novità della vita eterna. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

 LITURGIA DELLA PAROLA

LETTURADt 6, 4a. 26, 5-11

Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto e il Signore ci fece uscire con mano potente.

Lettura del libro del Deuteronomio.

In quei giorni. Mosè disse: «Ascolta, Israele: tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio. Gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia».

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

Commento al filmato: nella splendida Sonata in Mi magg di Domenico Scarlatti, le note ritmate, solenni del Clavicembalo cantano con toni maestosi le esortazioni di Mosè al Popolo di Israele a seguire fedelmente la Legge impressa sulle Tavole dal Signore Dio:

«Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio. Gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia».

Salmo Responsoriale(dal Salmo 104 (105)

Lodate il Signore, invocate il suo nome.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. R.

L’ha stabilita per Giacobbe come decreto, per Israele come alleanza eterna, quando disse: «Ti darò il paese di Canaan come parte della vostra eredità». R.

Quando erano in piccolo numero, pochi e forestieri in quel luogo, non permise che alcuno li opprimesse e castigò i re per causa loro: «Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti». R.

Commento al filmato:la strabordante, gioiosa vitalità dell’Orchestra nello spettacolare “Allegro” del Concerto da “L’Estro Armonico” di Vivaldi, riempie il nostro cuore di esultanza nel canto del Responsoriale tratto dal Salmo 104/105:

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie.

EPISTOLA(Rm 1, 18-23a )

La signoria di Dio parla nella creazione, perciò sono insescusabili coloro che hanno fatto dell’uomo un dio.

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani.

Fratelli, l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

Commento al filmato:è un severo, ma accorato, atto di accusa quello di san Paolo nella sua lettera ai romani: «La signoria di Dio parla nella creazione, perciò sono inescusabili coloro che hanno fatto dell’uomo un dio» – le note drammatiche del Violoncellonell’emozionante “Allegro”della Sonata in Si b Magg di Vivaldi, cantano con armonie avvincenti:

Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata.

CANTO AL VANGELO

Cfr  Gv 8, 12

Onore e gloria a te, Signore Gesù!

Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore; chi crede in me non morirà in eterno.

Onore e gloria a te, Signore Gesù!

VANGELO

Gv 11, 1-53

La risurrezione di Lazzaro.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

Gloria a te, o Signore

In quel tempo. Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni».Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo

Commento al filmato: l’Organo della “Toccata” “Tre Versi” in Sol min di Domenico Zipoli, canta con note solenni, maestose il momento in cui Gesù sembra disinteressarsi alla morte del suo amico, me si tratta di tenerezza verso i discepoli perché credano in lui: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». nell’Andantino con Espressione della Sonata in Re Magg di Mozart, il Pianoforte canta con note dolcissime, struggenti, l’intimo dialogo di Gesù con Marta: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».– l’Organo della “Chacone” in Sol min di Couperin, racconta con note possenti altamente drammatiche, il momento della risurrezione di Lazzaro: «Lazzaro, vieni fuori!»– l’Organo de “La Resurrezione – Victimae Paschali laudes” di Bach, racconta con grande solennità la profezia del Sommo Sacerdote Caifa che decreta l’uccisione di Gesù:

«Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!».

DOPO IL VANGELO

Cfr  Gdt 9, 2. 17

Difensore dei deboli, protettore dei disprezzati, salvezza di chi non ha altra speranza, Dio dei nostri padri e di Israele tua eredità, Signore dei cieli e della terra, creatore delle acque, sovrano di tutto il creato, ascolta le nostre preghiere.

PREGHIERA UNIVERSALE

Fratelli e sorelle, al Dio dei nostri padri, il Signore che libera e salva, eleviamo fiduciosi le nostre umili suppliche, perché in Cristo, nostra Vita e Risurrezione, ci doni di aver parte alla vita eterna.

Rianima, Signore, i nostri cuori!

Per la Chiesa: rinnovata dal tuo dono di grazia, si manife­sti sempre più come segno e strumento di salvezza, ti pre­ghiamo. 

Per la società civile: promuova il rispetto della dignità di ogni persona e sappia farsi carico delle nuove e diverse situa­zioni di povertà ed emarginazione, ti preghiamo. 

Per ciascuno di noi: rinnovando la nostra fede, sappiamo essere testimoni della gioia del Vangelo in ogni ambiente di vita, ti preghiamo. R

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V DOMENICA DI QUARESIMA RITO ROMANO (ANNO C)
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Tintoretto – Gesù Cristo e la donna adultera

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Viola

Antifona d’ingresso
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)

Colletta
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità,
che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
Egli è Dio e vive e regna con te…

Commento al filmato:è un canto supplice, di lode, questo Ingresso della liturgia, un canto intonato dalle melodie ineffabili dell’Oboe accompagnato dalle note profonde, cadenzate del Violoncello nell’incantevole “Adagio” della Sonata in Do min di Vivaldi:

Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;

PRIMA LETTURA (Is 43,16-21)
Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».

Parola di Dio

Commento al filmato:è di una bellezza spettacolare questo “Allegro” del Quartetto in Do di Johannes Brahms –  Pianoforte, Violini, Viola e Violoncello, si scatenano in dialogo fremente per cantare con toni impetuosi la profezia di Isaia:

«Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti»

SALMO RESPONSORIALE (Sal 125)
Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

Commento al filmato:sono trascinanti, avvincenti, le note intonate dalla Tromba e dall’Orchestra, nell’emozionante “Allegro”del Concerto in Si b Magg di Vivaldi, per cantare con il salmista:

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

SECONDA LETTURA (Fil 3,8-14)
A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Parola di Dio

Commento al filmato:è di una bellezza spettacolare questo “Allegro” del Concerto di Corrette, le note gioiose, esultanti dell’Organo, ci rappresentano con armonie affascinanti la “corsa” che san Paolo pone come esempio ai Filippesi:

Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Canto al Vangelo (Gl 2,12-13)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché io sono misericordioso e pietoso.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 8,1-11)
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Parola del Signore

Commento al filmato: è di una bellezza impressionante questo “Allegro” del Concerto in La min di Bach trascritto da “L’Estro Armonico” di Vivaldi – i quattro Clavicembali si scatenano in un dialogo fremente con l’Orchestra per descrivere lo straordinario gesto di Gesù che, sovvertendo tutte le norme di comportamento codificate nella Legge, mette a tacere i Giudei, che tentavano di metterlo alla prova, mettendo avanti la Misericordia e il perdono:

Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Preghiera dei fedeli
Spesso la difficoltà più grande di fronte alla proposta di Gesù è riuscire a ritenersi degni di essa non per merito ma per amore di Dio. Accettare tutto ciò è il punto di partenza del cammino spirituale dell’essere cristiani.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, donaci una vita da perdonati.

  1. Perché sappiamo sempre essere prudenti nelle nostre convinzioni, specialmente quando esse portano a scelte che condizionano la vita di altri fratelli. Preghiamo.
    2. Perché la nostra vita e la nostra giustizia siano sempre poste nelle mani del Signore. Preghiamo.
    3. Perché sappiamo, anche nei momenti più bui, vederci come uomini nuovi. Preghiamo.
    4. Perché la nostra applicazione di regole, leggi e consuetudini non sia mai funzionale a subdoli secondi fini. Preghiamo.

O Padre, Tu a volte ci chiedi di rinunciare perfino alla nostra giustizia per ottenere la Tua. Aiutaci a comprendere che nulla è perfetto senza di Te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Esaudisci, Signore, le nostre preghiere:
tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede,
trasformaci con la potenza di questo sacrificio.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI QUARESIMA V
La via dell’esodo nel deserto quaresimale

È veramente giusto benedire il tuo nome,
Padre santo, ricco di misericordia,
nel nostro itinerario verso la luce pasquale
sulle orme di Cristo,
maestro e modello dell’umanità riconciliata nell’amore.
Tu riapri alla Chiesa la strada dell’esodo
attraverso il deserto quaresimale,
perché ai piedi della santa montagna,
con il cuore contrito e umiliato,
prenda coscienza della sua vocazione di popolo dell’alleanza,
convocato per la tua lode nell’ascolto della tua parola,
e nell’esperienza gioiosa dei tuoi prodigi.
Per questi segni di salvezza,
insieme agli angeli, ministri della tua gloria,
proclamiamo nel canto la tua lode: Santo…

Antifona di comunione
“Donna, nessuno ti ha condannata?”.
“Nessuno, Signore”.
“Neppure io ti condanno; d’ora in poi non peccare più”. (Gv 8,10-11)

Preghiera dopo la comunione
Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli
di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo,
poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue.
Per Cristo nostro Signore.

Commento
E’ vicino il momento in cui Cristo farà la rivelazione più radicale – e la più incomprensibile per l’uomo – della sua potenza: morire sulla croce. È uno “scandalo per gli Ebrei, follia per i popoli pagani” (1Cor 1,23).
Già prima Gesù aveva parlato ai suoi discepoli della croce, che li stupì e confuse. Quello che osservavano, nel comportamento sociale, è che l’uomo utilizza la debolezza degli altri per affermare il proprio potere. Ma Gesù diceva loro: “I re delle nazioni… e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così” (Lc 22,25). E i farisei che pretendono di usare una povera donna, colta in flagrante delitto di adulterio, per compromettere Gesù, gli danno in effetti l’occasione di insegnare con un esempio i suoi nuovi metodi.
In primo luogo Gesù mette in evidenza l’ipocrisia dei farisei: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra. Dopo, toglie loro qualsiasi argomentazione. Mette in evidenza la loro ignoranza colpevole della legge che insegna che Dio, essendo potente sovrano, giudica con moderazione e governa con indulgenza, perché egli opera tutto ciò che vuole (Sal 115,3). Infine – e questo è il punto più importante del Vangelo -, Gesù insegna alle folle che non esiste più grande manifestazione di potere che il perdono. La morte stessa non ha un così grande potere. In effetti, solo il potere di Cristo, che muore crocifisso per amore, è capace di dare la vita. E soltanto il potere che serve a dare la vita è vero potere.

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