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15 Agosto 2023 Assunzione al Cielo di Maria Omelia di don Angelo

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15 Agosto 2023 Assunzione al Cielo di Maria Omelia di don Angelo

La terra faceva ingresso nel cielo

Assunzione di Maria

15 agosto 2023

Omelia di don Angelo

Questa mattina possiamo dare spazio alla leggerezza, alla immaginazione, anche perchè a raccontare l’evento dell’assunzione di Maria al cielo non ci sono nella Bibbia  – né forse potrebbero esserci – pagine sul suo trasvolare. Per questo anche la liturgia ricorre ad altri testi con l’intento di trasfigurare.

Sorprendendovi – o forse turbando qualcuno –  vorrei dire che questa festa è una mescola – mescola incantevole – di terra e di cielo. Il cielo aveva chiesto ospitalità alla terra: accadde nel grembo di Maria di Nazaret, per voce di un angelo ed era una adolescente. La  terra ora, che si chiama Maria, trova ospitalità nel cielo. E accade la festa dell’assunzione.

E io vorrei fare sosta, sosta breve oggi, sul brano della visitazione. Che già è di una bellezza imperdibile: la ragazzina di Nazaret, Maria, sale i monti di Giuda. Ed è già poesia quell’andare e quel passare l’uscio di Elisabetta. Vorrei, ancora una volta. leggervi l’evento nella stupenda  poesia di Rainer Maria Rilke:

Ancora le era facile l’andare, al principio,
ma nella salita a volte lo avvertiva
il suo corpo miracoloso –
e si fermava, allora, respirando, sugli alti

monti di Giuda. Non la terra, ma per lei
la sua pienezza intorno era distesa;
andando lo sentì: questa grandezza
mai sarà varcata – questa, che ora percepiva.

E la spingeva a posare la mano
sul grembo dell’altra, già più largo.
E barcollarono le donne l’una verso l’altra,
e capelli e vesti si toccarono.

Ciascuna, colma del suo tempio,
nella compagna sua si riparava.
Ah, il Salvatore in lei – ancora un fiore;
ma il Battista in grembo alla cugina
ruppe la sua gioia dando guizzi.

Bellissimo:

Ancora le era facile l’andare, al principio,
ma nella salita a volte lo avvertiva
il suo corpo miracoloso –
e si fermava, allora, respirando, sugli alti

monti di Giuda.

Ebbene quando fu sull’uscio di casa ebbe fiato, tutto il fiato per un inno a perdifiato, In cui si chiamavano ad eco realtà e sogni e promesse. Le due donne si erano appena abbracciate ed ecco la più giovane cantare un inno. Un inno che non si è perso più nel tempo: tenne, e tiene, il nome della prima parola ”magnificat”. “La mia anima magnifica  – esalta, celebra, porta alle stelle – il Signore”.

Qualcuno ha detto il “magnificat” una delle più belle poesie del mondo.  Non hanno mai finito di musicarlo. E noi di cantarlo.  Vero che nel canto trovi eco di parole del Primo Testamento, ma, per come la ragazzina le ha cucite, senti battere il suo cuore. Ebbene nella festa della sua assunzione al cielo faccio sosta breve su due espressioni del “magnificat” che sembrano specchiarsi l’una nell’altra.

La prima: “Ha guardato l’umiltà della sua serva”. La seconda: “Ha innalzato gli umili”. Sembrano racchiudere una storia, la storia di Maria. L’inizio e lo sconfinare, non mi va di dire “la fine”.

Maria riconosce di essere terra, umiltà, humus: non si pensa fuori dal coro dei “fatti di terra”. E che cosa le fa sobbalzare il cuore? Che Dio “ha guardato” l’umiltà della sua serva, il suo essere fatta di terra: “ha guardato”. Ma il verbo latino “respexit”, da “respicere”, racconta anche di un indugio nel guardare: accade quando ti perdi a guardare, perdutamente guardare, come succede agli innamorati. Su di lei Dio si era come perso; e glielo aveva raccontato un angelo. Le due donne avevano molto da raccontarsi. Si era affacciato il cielo.

Poi nella vita Maria sarebbe stata fedele al suo essere terra, essere nella vita che fanno tutti, minime le notizie di lei nel vangelo, terra, ma imbrividita – perdonate l’espressione – dallo sguardo di Dio; in quello sguardo aveva creduto. Avrebbe creduto anche  sotto la croce. Pensalo anche tu: tu sei frutto dell’indugio di uno sguardo.

Poi, tra le parole più rivoluzionarie di Maria, appare anche questa. A fronte della detronizzazione dei potenti canta: “Ha innalzato gli umili”.

Quando le parole le uscirono come canto dalle labbra non poteva certo pensare sino a dove sarebbe arrivato l’innalzamento. Nemmeno le sarebbe stato possibile immaginare quanto nella vita – e fin da subito –   il drago avrebbe cercato di assalire lei e il figlio, ma quelle parole ”ha innalzato gli umili” non se l’era lasciate mai scucire dal cuore, nemmeno sotto la croce, davanti al figlio innalzato. E poi – a dirla tutta – quel suo figlio nella vita era stato come mosso da una passione, quella  di innalzare gli umili, quelli che si sentono terra. Ora innalzava anche lei. E la terra, l’umile terra, faceva ingresso nel cielo. E fioriva alla brezza del cielo.

Chissà se nel suo trasvolare le bussò nel cuore la parabola di quel figlio, anche lui sognatore, che raccontava del chicco di grano che, caduto in terra, germoglia, fiorisce. Il cielo era tutta una fioritura.

Le Letture

Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Nel giorno del Signore, si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

Commento al filmato: le note veementi, drammatiche dell’Orchestra nello spettacolare “Finale: Presto” della Sinfonia“La Passione” di Haydn, descrivono con armonie emozionanti questa Lettura dell’Apocalisse: Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

SALMO Sal 44 (45)

Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

Liete parole mi sgorgano dal cuore:

io proclamo al re il mio poema,

la mia lingua è come stilo di scriba veloce.

Il tuo trono, o Dio, dura per sempre. R

Entra la figlia del re:

è tutta splendore,

tessuto d’oro è il suo vestito;

è condotta al re in broccati preziosi. R

Alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:

il re si è invaghito della tua bellezza.

È lui il tuo signore: rendigli omaggio. R

Commento al filmato: è di straordinaria bellezza, è emozionante questo “Allegro”del Concerto in La min di Bach trascritto da “L’Estro Armonico” di Vivaldi, le note dell’Organo, ora maestose, solenni, ora dolcissime, mettono nel nostro cuore il canto appassionato del salmista di questo Inno a Maria: 

Entra la figlia del re:

è tutta splendore,

tessuto d’oro è il suo vestito;

è condotta al re in broccati preziosi

EPISTOLA 1Cor 15, 20-26

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.

Commento al filmato: le note solenni, religiose dell’Organo dello splendido Corale “O Gott, du Frommer Gott”(Oh Dio, tu dio di dio) di Bach, cantano con toni maestosi questo annuncio di risurrezione di san Paolo ai Corinzi: «Cristo Signore è risorto, primizia di coloro che sono morti; poi risorgeranno quelli di Cristo.»

VANGELO Lc 1, 39-55

✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Commento al filmato: le note possenti dell’Organo della spettacolare “Toccata”da“Dorische Toccata&Fuge”di Bach cantano con toni maestosi lo stupendo “Magnificat”di Maria: «Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.»

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