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17 – Giudici Capitoli 17-18 – Appendici: il Santuario di Mica e il Santuario di Dan

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17 – Giudici Capitoli 17-18 – Appendici: il Santuario di Mica e il Santuario di Dan

Giudici – Capitolo 17

APPENDICI

1. IL SANTUARIO DI MICA E IL SANTUARIO DI DAN

Il santuario privato di Mica

[1]C’era un uomo sulle montagne di Efraim, che si chiamava Mica. [2]Egli disse alla madre: «Quei millecento sicli di argento che ti hanno rubato e per i quali hai pronunziato una maledizione e l’hai pronunziata alla mia presenza, ecco, li ho io; quel denaro l’avevo preso io. Ora te lo restituisco». La madre disse: «Benedetto sia mio figlio dal Signore!». [3]Egli restituì alla madre i millecento sicli d’argento e la madre disse: «Io consacro con la mia mano questo denaro al Signore, in favore di mio figlio, per farne una statua scolpita e una statua di getto». [4]Quando egli ebbe restituito il denaro alla madre, questa prese duecento sicli e li diede al fonditore, il quale ne fece una statua scolpita e una statua di getto, che furono collocate nella casa di Mica. [5]Quest’uomo, Mica, ebbe un santuario; fece un efod e i terafim e diede l’investitura a uno dei figli, che gli fece da sacerdote. [6]In quel tempo non c’era un re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio. [7]Ora c’era un giovane di Betlemme di Giuda, della tribù di Giuda, il quale era un levita e abitava in quel luogo come forestiero. [8]Questo uomo era partito dalla città di Betlemme di Giuda, per cercare una dimora dovunque la trovasse. Cammin facendo era giunto sulle montagne di Efraim, alla casa di Mica. [9]Mica gli domandò: «Da dove vieni?». Gli rispose: «Sono un levita di Betlemme di Giuda e vado a cercare una dimora dove la troverò». [10]Mica gli disse: «Rimani con me e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d’argento all’anno, un corredo e vitto». Il levita entrò. [11]Il levita dunque acconsentì a stare con quell’uomo, che trattò il giovane come un figlio. [12]Mica diede l’investitura al levita; il giovane gli fece da sacerdote e si stabilì in casa di lui. [13]Mica disse: «Ora so che il Signore mi farà del bene, perché ho ottenuto questo levita come mio sacerdote».

Giudici – Capitolo 18

I Daniti alla ricerca di un territorio

[1]In quel tempo non c’era un re in Israele e la tribù dei Daniti cercava un territorio per stabilirvisi, perché fino a quei giorni non le era toccata nessuna eredità fra le tribù d’Israele. [2]I figli di Dan mandarono dunque da Zorea e da Estaol cinque uomini della loro tribù, uomini di valore, per visitare ed esplorare il paese; dissero loro: «Andate ad esplorare il Paese!». Quelli giunsero sulle montagne di Efraim fino alla casa di Mica e passarono la notte in quel luogo. [3]Mentre erano presso la casa di Mica, riconobbero la voce del giovane levita; avvicinatisi, gli chiesero: «Chi ti ha condotto qua? Che fai in questo luogo? Che hai tu qui?». [4]Rispose loro: «Mica mi ha fatto così e così, mi dà un salario e io gli faccio da sacerdote». [5]Gli dissero: «Consulta Dio, perché possiamo sapere se il viaggio che abbiamo intrapreso avrà buon esito». [6]Il sacerdote rispose loro: «Andate in pace, il viaggio che fate è sotto lo sguardo del Signore». [7]I cinque uomini continuarono il viaggio e arrivarono a Lais e videro che il popolo, che vi abitava, viveva in sicurezza secondo i costumi di quelli di Sidòne, tranquillo e fidente; non c’era nel paese chi, usurpando il potere, facesse qualcosa di offensivo; erano lontani da quelli di Sidòne e non avevano relazione con nessuno. [8]Poi tornarono ai loro fratelli a Zorea e a Estaol e i fratelli chiesero loro: «Che notizie portate?». [9]Quelli risposero: «Alziamoci e andiamo contro quella gente, poiché abbiamo visto il paese ed è ottimo. E voi rimanete inattivi? Non indugiate a partire per andare a prendere in possesso il paese. [10]Quando arriverete là, troverete un popolo che non sospetta di nulla. Il paese è vasto e Dio ve lo ha messo nelle mani; è un luogo dove non manca nulla di ciò che è sulla terra».

La migrazione dei Daniti

[11]Allora seicento uomini della tribù dei Daniti partirono da Zorea e da Estaol, ben armati. [12]Andarono e si accamparono a Kiriat-Iearim, in Giuda; perciò il luogo, che è a occidente di Kiriat-Iearim, fu chiamato e si chiama fino ad oggi l’accampamento di Dan. [13]Di là passarono sulle montagne di Efraim e giunsero alla casa di Mica.

[14]I cinque uomini che erano andati a esplorare il paese di Lais dissero ai loro fratelli: «Sapete che in queste case c’è un efod, ci sono i terafim, una statua scolpita e una statua di getto? Sappiate ora quello che dovete fare». [15]Quelli si diressero da quella parte, giunsero alla casa del giovane levita, cioè alla casa di Mica, e lo salutarono. [16]Mentre i seicento uomini dei Daniti, muniti delle loro armi, stavano davanti alla porta, [17]e i cinque uomini che erano andati a esplorare il paese vennero, entrarono in casa, presero la statua scolpita, l’efod, i terafim e la statua di getto. Intanto il sacerdote stava davanti alla porta con i seicento uomini armati. [18]Quando, entrati in casa di Mica, ebbero preso la statua scolpita, l’efod, i terafim e la statua di getto, il sacerdote disse loro: «Che fate?». [19]Quelli gli risposero: «Taci, mettiti la mano sulla bocca, vieni con noi e sarai per noi padre e sacerdote. Che cosa è meglio per te, essere sacerdote della casa di un uomo solo oppure essere sacerdote di una tribù e di una famiglia in Israele?». [20]Il sacerdote gioì in cuor suo; prese l’efod, i terafim e la statua scolpita e si unì a quella gente. [21]Allora si rimisero in cammino, mettendo innanzi a loro i bambini, il bestiame e le masserizie. [22]Quando erano gia lontani dalla casa di Mica, i suoi vicini si misero in armi e raggiunsero i Daniti. [23]Allora gridarono ai Daniti. Questi si voltarono e dissero a Mica: «Perché ti sei messo in armi?». [24]Egli rispose: «Avete portato via gli dei che mi ero fatti e il sacerdote e ve ne siete andati. Ora che mi resta? Come potete dunque dirmi: Che hai?». [25]I Daniti gli dissero: «Non si senta la tua voce dietro a noi, perché uomini irritati potrebbero scagliarsi su di voi e tu ci perderesti la vita e la vita di quelli della tua casa!». [26]I Daniti continuarono il viaggio; Mica, vedendo che essi erano più forti di lui, si voltò indietro e tornò a casa.

Presa di Lais. Fondazione di Dan e del suo santuario

[27]Quelli dunque, presi con sé gli oggetti che Mica aveva fatti e il sacerdote che aveva al suo servizio, giunsero a Lais, a un popolo che se ne stava tranquillo e sicuro; lo passarono a fil di spada e diedero la città alle fiamme. [28]Nessuno le prestò aiuto, perché era lontana da Sidòne e i suoi abitanti non avevano relazioni con altra gente. Essa era nella valle che si estende verso Bet-Recob. [29]Poi i Daniti ricostruirono la città e l’abitarono. La chiamarono Dan dal nome di Dan loro padre, che era nato da Israele; ma prima la città si chiamava Lais. [30]E i Daniti eressero per loro uso la statua scolpita; Gionata, figlio di Ghersom, figlio di Manàsse, e i suoi figli furono sacerdoti della tribù dei Daniti finché gli abitanti del paese furono deportati. [31]Essi misero in onore per proprio uso la statua scolpita, che Mica aveva fatta, finché la casa di Dio rimase a Silo.

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